Fotogalleria di Giuseppe Riccardi
Sono passati quindici mesi dalla morte di Ugo Russo, quindicenne ammazzato nel quartiere Santa Lucia di Napoli dopo un tentativo di rapina con una pistola finta. L’omicida, un carabiniere in borghese, aveva reagito colpendo tre volte Ugo, almeno una delle quali (alla nuca) mentre il ragazzo era in fuga, e sparando altri due colpi probabilmente per cercare di raggiungere il complice del ragazzo.
Sono passati quindici mesi e i familiari di Ugo Russo denunciano oggi, nonostante la scadenza dei termini per la chiusura delle indagini, di non aver ricevuto nessuna risposta dalle autorità giudiziarie, a cominciare dai risultati dell’autopsia effettuata oltre un anno fa sul corpo del ragazzo. Per protestare contro questo silenzio, la mamma e il papà di Ugo si sono incatenati questa mattina ai cancelli del tribunale di Napoli, esponendo cartelli e uno striscione che chiede “verità e giustizia” per la morte del figlio.
La protesta dei genitori di Ugo è terminata dopo circa due ore e dopo un incontro con il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno, il quale ha assicurato che nel giro di poco tempo ci saranno novità sulle indagini e sull’attività della procura.
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