Mercoledì 26 aprile, aula consiliare del comune di Sant’Anastasia. Presentazione del bando del Premio teatrale “Franco Angrisano”, nell’ambito della rassegna Sant’Anastasia Arte e Spettacolo. In sala c’è il sindaco, l’assessore alla cultura e quello al bilancio. C’è Ermanno Corsi, presidente onorario della rassegna. Viene proiettato un breve documentario sulle passate edizioni della manifestazione. Poi gli interventi di rito. Corsi sottolinea l’urgenza di trovare una nuova sede per la scuola di arte drammatica diretta da Carmine Giordano.
Una nuova sede perché, dopo trent’anni, i padri domenicani del santuario di Madonna dell’Arco hanno deciso di riprendersi la struttura in cui la scuola era ospitata, il teatro Gregorio Rocco, ponendo fine al comodato d’uso gratuito che per tanto tempo aveva dato la possibilità a un gruppo di teatranti di portare avanti un lavoro meticoloso con giovani e meno giovani dell’area vesuviana. Non ci sono notizie precise di quale sarà il destino futuro della struttura. Eppure gli organizzatori della scuola hanno dovuto prendere atto della necessità di fare le valigie, dopo trent’anni.
Dopo varie richieste e sotto la pressione dei partecipanti alle attività della scuola, il comune ha proposto una nuova sede per il teatro: la casa a suo tempo destinata al custode della scuola elementare di vico Portali, inabitata ormai da anni. Dall’esterno già si vede la targa della scuola di teatro, che però teatro non è, ma casa. Non c’è un palcoscenico, non ci sono finestre, non ci sono porte. L’assessore al bilancio assicura la presenza di fondi per i lavori “di miglioria degli edifici scolastici”, e che basterà una richiesta da parte della preside per avviare le pratiche e l’inizio degli stessi. Giordano si dice soddisfatto della nuova sede. Viene promesso, a margine dell’incontro, anche un contributo per finanziare la rassegna teatrale. Di cifre e di tempi, però, non se ne parla.
Anche l’assessore alla cultura si è detto molto attento alla questione, valutando la possibilità di ospitare la scuola nella biblioteca comunale, che però è chiusa da oltre un anno. Una chiusura che ha lasciato campo libero a una serie di recenti atti vandalici, che l’hanno resa completamente inagibile. Seppure le condizioni fossero favorevoli, tuttavia, spiace ricordare che anche una biblioteca, non è un teatro.
Le promesse e l’interessamento dell’amministrazione, sono dovuti al fatto che la scuola, nata nel 1987, è stata istituzionalizzata dal comune di Sant’Anastasia, che ne patrocina da tempo le attività. È stato tuttavia molto più grazie all’impegno dei suoi animatori, che al lavoro delle amministrazioni, che la scuola ha dato opportunità ai suoi allievi e alla cittadinanza di incontrare importanti artisti ed esponenti del mondo della cultura. È stata, insomma, e sarebbe il caso che lo resti, un presidio culturale sempre attivo, un laboratorio importante per la comunità del luogo e dei paesi limitrofi, oltre che, cosa da non sottovalutare, una scuola di arte drammatica di livello, ma economicamente accessibile a tutti per i suoi costi irrisori.
Le supposizioni, i contentini, e le soluzioni di ripiego ventilate in questa fase non sono certo ciò di cui l’arte e la cultura hanno bisogno. Le necessità della scuola sembrano essere state recepite, allo stato attuale, dalle istituzioni, come un problema scomodo per il quale proporre una soluzione tampone. Se la risposta è stata celere, è chiaro, tuttavia, che sarebbe rischioso, oltre che sbagliato, considerarla definitiva. (giovanna castiello)