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10 Dicembre 2012

Un regolamento per l’ex Asilo Filangieri

Riccardo Rosa
(archivio disegni napolimonitor)

Accorrono in tanti alla conferenza stampa convocata dal collettivo La Balena all’ex Asilo Filangieri per presentare la bozza di regolamento che dovrebbe dare una disciplina formale alla struttura occupata nove mesi fa, e la cui occupazione è stata poi riconosciuta dalla giunta con una delibera firmata dall’assessore Lucarelli.

La gestione di quello che fu il poco glorioso fulcro organizzativo del Forum delle culture, in realtà è diventata negli ultimi mesi (con surriscaldamento ulteriore dalla metà di novembre) un argomento delicato, tanto più con alle porte la convention romana che formalizzerà la nascita del movimento arancione del sindaco de Magistris. A pochi giorni dall’incontro capitolino, infatti, scivolare sull’insidiosa buccia del bene comune sarebbe un brutto passo falso per la giunta, che ha provato a mantenere un dialogo almeno formale con il collettivo dei lavoratori dell’immateriale, anche dopo le denunce e le minacce di sgombero delle ultime settimane.

All’origine della richiesta di sgombero, formalizzata da un dirigente del comune, ci sono alcuni punti controversi nella gestione del luogo, in particolar modo la vendita di bibite durante gli spettacoli e le iniziative, la mancanza di un regolamento che stabilisca a chi spetta la programmazione culturale,  e – dicono da palazzo San Giacomo – l’esclusione di alcuni gruppi e associazioni dalle attività della struttura. Anche alla luce di queste contestazioni, i militanti della Balena hanno lavorato negli ultimi mesi a un regolamento, che però si esprime in una maniera che sarà probabilmente poco gradita all’amministrazione: «Il nostro è un regolamento basato sulla prassi, sull’esperienza accumulata in questi mesi, ed è per questo che abbiamo avuto bisogno di un po’ di tempo per scriverlo», spiegano i portavoce della Balena nel corso del primo intervento.

La conferenza in effetti inizia come una sorta di difesa rispetto alle accuse lanciate dal comune. «La vendita di bibite – viene spiegato – è necessaria all’autofinanziamento del progetto: acquisto di attrezzature, un compenso anche minimo per gli artisti che mettono in scena gli spettacoli, il costo della costruzione del teatro. Tutti soldi che non ci siamo sognati di chiedere né al sindaco né all’assessore Lucarelli». Ancora, sull’inclusione dei gruppi che partecipano o intendono partecipare al progetto, il collettivo ha spiegato che «in nove mesi una sola idea è stata “bocciata”, quella di un gruppo che chiedeva l’utilizzo del refettorio per un intero anno».

Dopo la difesa d’ufficio l’assemblea è proseguita con la presentazione del regolamento. Si tratta di un documento scritto con un linguaggio volutamente tecnico, che cerca di adeguarsi al piano su cui il comune ha chiesto venga giocata la partita. Da un punto di vista “politico”, le questioni cruciali sono due: in primo luogo, il regolamento propone una gestione del luogo che vada al di là delle procedure di assegnazione ad associazioni o enti, ma che si basi su quello che tecnicamente si chiama “uso civico”, sistema più propenso rispetto ad altri all’inclusione di diverse realtà; in secondo luogo l’istituzione di Tavoli di programmazione, di un Comitato operativo e di un Osservatorio sul regolamento che garantiscano l’autonomia delle scelte dell’assemblea di gestione dell’Asilo rispetto agli organi istituzionali. Per quanto riguarda infine la questione della vendita di bibite, questa sarà oggetto di una seconda parte del regolamento, che definirà le attività di finanziamento della struttura, «nell’ottica della nascita di un progetto di produzione artistica e culturale indipendente, che sia capace di auto sostenersi senza dipendere da nessuno».

Le proposte del collettivo sono state quindi formalizzate, ora la palla passa alla giunta comunale. Il giudizio sul regolamento e la disponibilità a recepirne le linee proposte dalla Balena saranno l’ennesimo banco di prova per l’amministrazione, che forse mai come questa volta si troverà davanti alla necessità di dare delle risposte chiare, che potrebbero rompere gli equilibri (apparsi abbastanza fragili) su cui è riuscita a mantenersi in questo anno e mezzo di governo. (riccardo rosa)

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