Tra il serio e il faceto, ma neanche troppo. La pioggia cade ininterrotta da giorni, sui sacchetti fermi in strada così come sulle discariche, sugli studenti e sui disoccupati, e allora c’è chi ha pensato che forse ci siamo. Facendo un po’ di conti, nemmeno troppo arronzati, gli abitanti di Terzigno si sono resi conto che i primi quaranta giorni e le prime quaranta notti stanno per finire, ma quello che hanno chiamato il “nuovo diluvio universale”, come da leggenda, dovrebbe continuare per altrettanto tempo. Anche il meteo conferma che la pioggia non ha intenzione di diminuire, e di conseguenza i cittadini della rotonda Panoramica hanno invitato tutti al presidio, sabato 11 dicembre, per partecipare all’ imbarco-salvezza dal diluvio che “speriamo ripulisca la vecchia Campania felix, trascinando via chi l’ha ridotta in questo stato”. L’imbarco non poteva che partire dalla discarica, tanto più che “il viaggio sarà lungo, ma prima bisogna liberare l’arca, arenata nei percolati tossici del parco del Vesuvio”.
Continua intanto, in queste ore, la raccolta firme per la petizione popolare con cui si chiede al sindaco di Terzigno di ripristinare l’ordinanza che vietava ai diciotto comuni vesuviani di sversare in cava Sari. In primo luogo, i comitati ritengono – alla luce delle indagini effettuate – che la cava non sia a norma, e che il suo utilizzo sia in contraddizione con i risultati delle analisi. In secondo, una buona parte di loro non si fida sulle rassicurazioni riguardo i camion in transito e la loro immondizia: la sua provenienza, innanzitutto, che dovrebbe essere limitata ai diciotto comuni, ma anche la sua “qualità”, dal momento che dovrebbe trattarsi esclusivamente della frazione secca.
«D’altronde – racconta Elisa – Corrado Lembo, procuratore di Santa Maria Capua Vetere, esprimendo riserve sulla gestione dei rifiuti da parte delle amministrazioni locali, ha parlato alla commissione regionale ecomafie di “falsa differenziata” effettuata da parte di alcuni comuni nel casertano». Alla base di queste dichiarazioni ci sarebbe, secondo il magistrato, una quasi totale assenza di controlli, che ha permesso negli anni verifiche di legalità amministrativa, prima ancora che giudiziaria, molto superficiali da questo punto di vista.
Le notizie di giornata, però, sono due: la prima è che i Comuni e le Province che – ospitando per esempio discariche e impianti di smaltimento – avevano contribuito alla “risoluzione della crisi”, riceveranno nelle prossime settimane le compensazioni previste dal primo decreto sui rifiuti, ma mai acquisite finora; la seconda è che l’ intesa trionfale con la quale il presidente Berlusconi e il ministro Fitto avevano annunciato che tutte le regioni italiane si sarebbero fatte carico dello smaltimento dei rifiuti campani, è già a rischio prima ancora di essere stata messa in atto. Anche Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Calabria e Sardegna, si sono una alla volta svincolate dall’accordo, così come avevano fatto in precedenza il governatore veneto Zaia, e ieri, in diretta televisiva, quello del Piemonte, Roberto Cota: «Abbiamo un sistema che è basato sulla raccolta differenziata e sulla tracciabilità e identificazione del rifiuto, e in più ci troviamo in un equilibrio molto precario con i nostri, perché il nuovo termovalorizzatore torinese del Gerbido inizierà a funzionare solo nel 2012», ha liquidato la questione il governatore leghista. A breve l’immondizia dovrebbe essere pronta a partire, però. Destinazione? (riccardo rosa)