Non era possibile – considerando la rarità di momenti di confronto come quello che si è svolto ieri a Bagnoli – che il consiglio della decima municipalità con informativa sul tema bradisismo si articolasse solo su questa, pur delicata, questione. All’assemblea era infatti annunciata la presenza del sindaco Manfredi, che è anche commissario straordinario per la bonifica e la rigenerazione del Sito di interesse nazionale Bagnoli-Coroglio, una presenza che ha riempito la sede di via Acate di un paio di centinaia di persone, che di rado hanno occasione di ascoltare qualche rappresentante delle istituzioni raccontargli ciò che accade al di là del muro di recinzione dell’ex area industriale. I lavori si sono tramutati così in una partecipata assemblea di quartiere, che poi è quello che dovrebbe essere un consiglio di municipalità, alla presenza del sindaco-commissario, di numerosi attivisti e di cittadini interessati a ottenere notizie. Qualcosa di interessante, in effetti, è emerso.
Sul fronte bradisismo è intervenuto prima di tutti il professor Di Vito, direttore dell’Osservatorio vesuviano dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Di Vito ha confermato la diminuzione della quantità di terremoti – non soltanto quelli percepiti dai cittadini – a partire dalla metà di ottobre, un dato rilevante che può aiutare a ridimensionare gli allarmi diffusi tra la cittadinanza dopo le sconclusionate affermazioni del ministro Musumeci circa un mese fa. Che non vi sia un reale allarme vulcanico in questa fase è un dato incoraggiante, ed è sensato che le istituzioni (lo hanno fatto anche l’assessore Cosenza e il sindaco) lo dicano a chiare lettere. Allo stesso tempo la partita sembra giocarsi in questa fase sulla disponibilità dei fondi per l’emergenza, quelli esistenti (previsti dal decreto Campi Flegrei, divenuto legge questa mattina) e quelli che verranno. Nel primo caso, come si spiega in alcuni passaggi di questo articolo, il tentativo ministeriale sembra quello di esercitare pressioni, esplicite e non, sull’esecutivo; nel secondo, e qui vanno lette con interesse le dichiarazioni fatte ieri dal sindaco, le risorse che più fanno gola sono quelle per l’analisi di vulnerabilità degli edifici (già stanziate dal decreto, dovrebbero partire a metà dicembre) e le potenziali disponibilità di fondi per gli interventi. Manfredi ha ribadito la riluttanza del governo a promuovere incentivi statali ai privati per gli interventi sugli stabili, chiedendo supporto ai partiti locali di maggioranza e opposizione, e facendo riferimento con un grossolano autogol (considerando il disastro economico-amministrativo e le irregolarità emerse finora) al superbonus del 2020: un modello di intervento che certo ha un’efficacia in termini di rapidità, ma che ha mostrato tutti i suoi limiti dal punto di vista di sperpero di denaro pubblico.
Dal punto di vista dei cittadini è chiaro infine come il punto più delicato non sia il rischio eruzione e – a parte un numero relativo di casi – nemmeno gli effetti dei terremoti sugli edifici, ma la totale assenza delle istituzioni in termini di supporto alla popolazione, che si trova totalmente sprovvista di riferimenti e dati certi.
Come si è detto, però, la questione bradisismica non è stata l’unica al centro dell’attenzione. I rappresentanti dei gruppi politici organizzati e delle associazioni presenti hanno insistito perché parte integrante dei lavori fosse una discussione sullo stato della bonifica in corso nel Sin, riuscendo però solo in parte nell’operazione. Le richieste di chiarimento sulla bonifica, sulle risorse realmente necessarie e disponibili per gli interventi urbanistici, sulla possibilità concreta di attivare delle clausole sociali in termini di occupazione lavorativa, sul rischio speculativo a Nisida, sulle incertezze della bonifica dei fondali, e in fin dei conti su tutti i punti più ambigui emersi fin dalla primissima versione del Praru approvato nel 2017, non hanno trovato risposte soddisfacenti, anche perché poco prima del consiglio era stato calendarizzato un nuovo incontro per il 22 gennaio, in cui il sindaco-commissario tornerà a parlare ai cittadini proprio di queste questioni: una doppia uscita pubblica in meno di due mesi che ha quasi del clamoroso, se si considera la latitanza dell’amministrazione e la poca trasparenza dell’organismo commissariale guidato da Manfredi, in perfetta continuità con i suoi predecessori.
Uno degli elementi più interessanti emersi nella giornata di ieri, in fin dei conti, è la connessione tra i due temi all’ordine del giorno in termini di confusione e opacità, condizioni che i malpensanti penserebbero creati ad arte, anche perché hanno come diretta conseguenza la costante e ossessiva richiesta di nuovi soldi. Sarà importante a questo punto ascoltare, a gennaio, le risposte ai numerosi quesiti legati a bonifica e rigenerazione che sono stati posti al sindaco dai cittadini. La data assume un’importanza centrale considerando le evoluzioni che sta prendendo il processo in questa fase, le notizie contraddittorie diffuse dalla stampa e la sempre maggiore ambiguità con cui giunta comunale e commissario hanno negli ultimi mesi gestito il loro rapporto con il territorio. (riccardo rosa)