Ilario era un ragazzo di Pozzuoli. Aveva tre passioni: suonare la tromba, andare a pesca e fare skate. Proprio grazie allo skateboard l’ho conosciuto, tre anni e mezzo fa. Un pomeriggio, sul lungomare di via Napoli, lo notai fare trick di ogni tipo, e decisi di andarci a parlare. Se mi sono avvicinato al mondo dello skate fu grazie a Ilario. Diventammo amici nonostante la differenza di età. La notte del 18 febbraio 2022 Ilario è morto a vent’anni, in un incidente stradale.
Nel giorno del secondo anniversario della sua scomparsa alcune realtà sociali napoletane hanno organizzato una giornata in sua memoria, cercando di mettere insieme in uno spazio condiviso musica e skate. Una di queste realtà è Rampa Nomade, un gruppo di ragazzi che si impegna nella costruzione di strutture mobili (le “rampe”) per diffondere e agevolare la pratica dello skateboarding in città. Insieme a loro erano presenti gli attivisti di Villa Medusa e alcuni studenti del liceo musicale frequentato da Ilario.
Nel piazzale dello Scugnizzo Liberato – ex carcere minorile del quartiere Montesanto, ora occupato, che ha messo a disposizione il proprio spazio per questa iniziativa – sono state sistemate rampe e altre strutture, le stesse di ognuna delle domeniche passate sulle tavole con Ilario. Il rumore delle ruote che corrono sul pavimento, accompagnato da musica techno-house, diffonde energia tra i presenti. Gli skater volteggiano sulle tavole segnate da mille sesh, i vestiti oversize sono impregnati di sudore e le scarpe distrutte. Decine di ragazzi e ragazze esaltano le acrobazie commentando tra loro e con storie sui social. «Il primo che chiude un trick over spartitraffico, vince una maglietta», si sente gridare. Trick, sesh, oversize, sembrano non essere semplici termini gergali, ma componenti della cultura underground legata a questo complesso universo. Gli skater partono a ruota, poi un ragazzo molto giovane, senza maglietta, chiude un backside flip e provoca urla di incredulità. Passano le ore, si continua con le acrobazie e con le chiacchierate ma il freddo inizia a farsi sentire, e molti skater che intanto si erano messi a petto nudo ritornano a indossare i loro felponi.
Il cortile dello Scugnizzo è pieno di gente. Sui muri del piazzale sono posti due grandi teli bianchi, uno dove poter scrivere delle dediche per Ilario, e il secondo utilizzato dai suoi amici writer per dipingere il logo dell’associazione creata da pochi mesi in suo ricordo. Poi la madre di Ilario, Angela, prende il microfono: «Ringrazio tutti i presenti. Per me è molto importante rivivere le passioni di mio figlio, e questo può accadere solo grazie a voi». Dopo un breve momento di silenzio, continua: «Con alcuni di voi abbiamo creato un’associazione in nome di Ilario, ConIlarioInVolo, che ha come obiettivo principale quello di creare uno skatepark, che a Napoli non c’è mai stato».
Nonostante una scena skate importante, Napoli infatti non ha mai avuto un vero e proprio spazio riconosciuto dal Comune, anche se dalla fine degli anni Ottanta compaiono luoghi informali e autogestiti, uno dei più importanti a Licola. Non era facile però, soprattutto in spazi poco frequentati e in periferia, mantenere sani quei luoghi, spesso distrutti da atti vandalici e poi abbandonati. Oggi i posti più frequentati dagli skater sono la Mostra d’Oltremare, il lungomare di Pozzuoli e soprattutto il Centro Direzionale. Ognuno di questi porta con sé il fascino della pratica informale, ma anche numerose difficoltà che spesso finiscono per scoraggiare, come i blitz della polizia municipale a Pozzuoli, o la progressiva rimozione, con tanto di bobcat, delle strutture esistenti al Centro Direzionale.
Gli attivisti dell’associazione dedicata a Ilario hanno provato in questi mesi a interloquire con le amministrazioni comunali di Bacoli, Pozzuoli e Napoli. L’idea è quella di dar vita a una vera e propria “plaza”, uno spazio polifunzionale dove siano inserite strutture stabili per fare skate, panchine e aree di socialità per i ragazzi che vogliono frequentare la zona. Gli assessori allo sport dei vari comuni hanno risposto in maniera positiva all’appello, ma hanno aggiunto che non sarà facile riuscirci nel breve periodo. Una prudenza che sembra nascondere timori burocratici rispetto alla fruizione di spazi attualmente abbandonati, individuati dai membri dell’associazione, mentre abbondano le proposte istituzionali per percorsi “a lungo termine” come la costruzione di una plaza nel futuro Parco dello sport di Bagnoli.
Nel frattempo, anche l’accademia di skate Clean Clean Skateboard Accademy si è unita alla battaglia. L’obiettivo è supportare quei ragazzi che, come Ilario, sperano di veder realizzato il loro piccolo sogno. (angelo della ragione – laboratorio di narrazione)
Gran bell’articolo!
Che tutto sia propizio per la costruzione di uno skatepark in nome di Ilario ma per tutti colore che amano questo sport!