La musica racconta Picasso è il titolo della rassegna musicale curata dal conservatorio San Pietro a Majella in occasione della temporanea Picasso a Napoli, ospite fino al 10 luglio della Pinacoteca – Museo di Capodimonte.
In queste occasioni, le istituzioni culturali della città riescono a dialogare con una certa efficacia e si mostrano preparate ad accogliere importanti flussi di partecipanti, facendo leva l’una sul prestigio dell’altra. Si tratta di appuntamenti imperdibili, per come sono agiti, nel rispetto di una programmazione che tenga pur conto dello sfondo partenopeo in cui tutto si muove. In questo caso, Napoli e la freschezza della quotidianità, Napoli e la vivacità della vita popolare, Napoli e la sua bellezza e arte, Napoli e la particolarità del suo paesaggio. Da segni effettivi nella produzione del pittore spagnolo a ritornello raccontato a più riprese nelle diverse narrazioni che hanno di fatto intrappolato la città di Napoli nel luogo comune.
La tanta storia alle spalle – cui fa da contraltare la recente cronaca – concede autorevolezza all’azione del conservatorio di Napoli. Questa scuola è molto attenta, infatti, nello sfruttare ogni occasione come uno spot pubblicitario della tradizione che, grazie alla sua attuale offerta didattica, vuole rinnovata. La sua orchestra viene esibita ogni volta che vale la pena, nelle occasioni che contano, in quanto prodotto dal sicuro successo. Eppure manca un piano che la valorizzi e la affranchi dalla maternità istituzionale del conservatorio, come accaduto nella non lontana Benevento, dove l’Orchestra Filarmonica propone un’attività concertistica intensa, a biglietti che possono costare anche cinque euro. Al massimo, la si può ascoltare in conservatorio previo pagamento – necessaria la prenotazione –, come accaduto in Vi racconto la bohème, per i Venerdì musicali.
Il museo di Capodimonte, anch’esso destinatario – insieme al MANN – di un maxi uovo di Gay Odin (in quanto, finalmente, “attrattore di importanti flussi turistici”) nelle temporanee ha ritrovato il potere di un’offerta in grado di canalizzare attenzione mediatica e rispondere all’isolamento cui si trova esposto. Così Picasso segue Vermeer, dopo la parentesi Van Gogh. I bus rossi e scoperti – di memoria britannica – sono gli unici che lo collegano saldamente al resto della città, mentre l’Anm viene impietosamente conosciuta anche dal non residente a causa dei disagi arrecati.
Cento anni fa Picasso e Stravinskij camminavano dunque per la città di Napoli. Una passeggiata che doveva esercitare sui due artisti un notevole influsso, ben visibile e documentato nella loro produzione. Le istituzioni interpellate si fanno trovare così pronte all’appuntamento con l’anniversario a tre cifre, con un ventaglio di iniziative che prova a smuovere un po’ l’aria intorno a loro. Eppure, si avverte l’assenza di una urgenza nel disporre queste misure culturali, macigno di una storia da reiterare coattamente.
Questa la costellazione di motivi che muove le fila della rassegna che si apre oggi al museo di Capodimonte: alle 17:30, presso il Salone della Culla, Francesco Vizioli dirige l’Orchestra San Pietro a Majella, con Alessandro Schiano Lo Moriello al pianoforte. Il programma prevede la Pulcinella Suite di Stravinskij e la Scarlattiana di Casella. (antonio mastrogiacomo)
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