Da una settimana era inerme. Senza forze. Contemplava il soffitto dal suo letto e si persuase che le crepe scandissero il suo calendario. Ne spuntava una nuova ogni giorno. Da sei crepe era travolto dai dubbi verso la consultazione elettorale di domenica. E pensare che anche lui era stato candidato in quel pezzo di paradiso scagliato sulla terra per ignavia, che chiameremo Napoli.
«È curioso che in una lista civica come la nostra, “Napoli vale”, ci siano ben duemila e ottocento voti, un terzo del totale, senza preferenze. Nel mio seggio di famiglia avrei dovuto avere sette voti, ne sono usciti tre. Ho dovuto chiedere a mio marito: “Ma allora non mi hai votato neanche tu?”. Qualcosa non torna». (lida viganoni intervistata da roberto fuccillo, la repubblica napoli, 15 giugno).
Era stato tradito dal suo stesso sangue. Domenica 12 giugno s’era alzato, aveva fatto la barba, s’era pettinato, poi aveva deciso di riposare altri cinque minuti. Quei cinque minuti erano diventati sette giorni. Non potremmo in questo spazio raccontare la vastità dei sentimenti che lo uccidevano mentre era steso su quei lenzuoli che con lui diventavano lisi e lerci. Un’idea chiara, però, l’aveva maturata. Senza di lui il mondo girava allo stesso modo. Lontano da quella stanza la gente sorrideva, acquistava, baciava, stringeva alleanza, vinceva guerre, anche quelle perse.
Dopo tanti tira e molla la battaglia tra l’occidente e l’Isis sembra volgere, sul campo, a nostro favore. (franco venturini, il corriere della sera, 12 giugno).
Gli studenti dell’Isis ripuliscono le discariche vicino all’autostrada (il mattino, 14 giugno).
Nessun giornalista gli aveva chiesto le intenzioni di voto. La moglie gli riferiva dei suoi colleghi: “Hai capito, quell’infame appoggia Lettieri”, gli diceva. Erano vani tentativi di illuminargli lo sguardo di cemento. Il nostro si era sfilato dalla politica attiva, si era sfilato dalla vita. Ristagnava nel suo letto e puzzava oltreconfine. I confronti elettorali riecheggiavano dal salotto, dove la moglie e il medico amoreggiavano coperti dai proclami. Lui contava le crepe.
A partire dalla Duchesca, un tempo fiorente casbah napoletana a due passi dalla stazione. «Ci abitai da ragazzo. Era il cuore pulsante della città, un giorno – racconta – avrò avuto otto o nove anni, venne Gino Paoli a comprare una radiolina sulla bancarella dei miei. Fumava e mi andò un po’ di cenere negli occhi. Per farsi perdonare mi regalò cinquemila lire dell’epoca». (angelo picariello intervista gianni lettieri, avvenire, 14 giugno).
I poveri sono aumentati del 60 per cento (il corriere del mezzogiorno, 14 giugno).
Il sesto giorno il nostro si trasformò. Non più cemento ma fuoco nei suoi occhi. Non più ghiaccio ma le fiamme dell’inferno nel suo petto. Si sollevò senza sforzo. A stento notò l’infedeltà che si consumava sul divano acquistato a rate. Prese il cappotto di cammello. Il sole in strada gli bruciò la pelle, i suoi pori emanavano il tanfo dei giorni del suo massimo splendore politico: l’emergenza. Si recò al vicino internet point.
Quelli che sostengono Luigi de Magistris hanno duramente attaccato i fans di Gianni Lettieri. Insinuando che appunto i “mi piace” sono comprati, falsi, in gergo tecnico dei fake. (luigi roano, il mattino, 12 giugno).
Si chiama “Fattanza in abbondanza”, è una pagina Facebook che nelle ultime settimane sta andando per la maggiore tra i ragazzi del mondo “social”. […] Il tema è uno solo: la droga e i suoi efietti “straordinari”. (maria chiara aulisio, il mattino, 12 giugno).
Antonio Bassolino racconta: «Attesa di un’ora alla fermata del 140. Con diverse persone che passano ci scambiamo cordiali saluti. Poi alcuni casi opposti. Un signore apre il finestrino e grida: «Antonioooo, sei grande, sei l’unico» (evidente esagerazione). Su uno scooter due brutte facce: camorra pura. Tornano indietro, mi ingiuriano, mi provocano, vogliono l’incidente. Uno dei due copre la targa. Infine vanno via. (la repubblica napoli, 16 giugno).
«Il fatto che in tanti stiano offendendo e minacciando l’attore che interpreta Malammore, il camorrista che uccide una bambina in Gomorra, dimostra che avevamo ragione quando dicevamo che non tutti quelli che vedono fiction come quella siano in grado di distinguere fiction e realtà», hanno aggiunto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli e Gianni Simioli. (il roma, 16 giugno).
Tradimenti, giravolte, figli che ammazzano i padri, mariti innamorati che ammazzano le mogli in crisi, bambine sparate in fronte da delinquenti che prima toccano le croci che portano sul petto. Vite schifose in attesa della morte, rinchiusi in buchi, in case modeste o in dimore sontuose per volgarità e gusto pacchiano. Ridicole regge di rozzi delinquenti. (francesco barbagallo, la repubblica napoli, 17 giugno).
Il nostro ritrovò il lume nel succo di lime. Avvertì la sua stessa miseria: si era piegato a tutto pur di restare in quell’aria viziata. Andò al diurno della stazione e si lavò con forza. Voleva camminare, voleva andare al mare.
Luigi de Magistris sente in tasca il mandato bis e mette in fila idee, sfide e anche correzioni di rotta in diretta Facebook con Repubblica. «Sono un sindaco di governo e di strada, faccio dieci chilometri al giorno tra la gente. (conchita sannino, la repubblica napoli, 16 giugno).
Da San Giovanni a Teduccio fino a Pietrarsa, infatti, la balneazione non è consentita a causa di una qualità dei tratti di mare presi in considerazione che si attesta su una valutazione ingenerosa: ovvero scarsa. (salvatore parente, il roma, 16 giugno).
Immerso nelle acque di San Giovanni ammirò il profilo della città che aveva tanto desiderato. Provò a tracciare un bilancio della propria vita mentre galleggiava. Il peso delle colpe lo trascinò negli abissi.
Non approvò il bilancio. Ore contate per Iacolare (il roma, 14 giugno).
a cura di palanza
PUNTATE PRECEDENTI
Speciale elezioni #1 – V(u)oti cosmici
Speciale elezioni #2 – Berlusconi a Napoli. Requiem per un capo
Speciale elezioni #3 – Una rassegna stampa elettorale
Speciale elezioni #4 – Il giorno più lungo